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NOTES TO CANTO XIII.


Poscia che ’l padre suo di vita uscìo,
E venne serva la città di Baco,
Questa gran tempo per lo mondo gìo.

Suso in Italia bella giace un laco
Appiè de l’Alpe, che serra Lamagua,
Sovra Tiralli, ed ha nome Benaco:

Per mille fonti, credo, e più si bagna,
Tra Garda, e val Camonica e Apennino,
De l’acqua, che nel detto lago stagna:

Luogo è nel mezzo, là dove ’l Trentino
Pastore, e quel di Brescia, e’l Veronese
Segnar potria, se fesse quel cammino.

Siede Peschiera, bello e forte arnese,
Da fronteggiar Bresciani e Bergamaschi,
Onde la riva intorno più discese.

Ivi convien che tutto quanto caschi
Ciò che’n grembo a Benaco star non pùo;
E fassi fiume giù pe’ verdi paschi.

Tosto che l’acqua a correr mette cò,
Non più Benaco, ma Mincio si chiama,
Fino à Governo, dove cade in Pò.

Non molto ha corso che trova una lama,
Ne la qual si distende e l’ampaluda,
E suol di state talora esser grama.

Quindi passando, la vergine cruda
Ristette co’ suoi servi, a far su’ arti,
E visse, e vi lasciò suo corpo vano.

Gli uomini poi che ’ntorno erano sparti,
S’ accolsero in quel luogo, ch’ era forte,
Per lo pantan, ch’ avea da tutte parti.